30.11.08

Martedi 9 dicembre / Dienstag, 9. Dezember

La memoria dei combattenti trentini (1914-1920)

ore 20.30 presso la "tenda no war contro la base militare di Mattarello" in piazza Lodron a Trento

Presentazione del libro di Quinto Antonelli

I DIMENTICATI DELLA GRANDE GUERRA
Casa editrice Il Margine ( Trento 2008 )


A 90 anni dalla fine della prima guerra mondiale, la Grande Guerra raccontata dai soldati non dai generali o dagli storici.
Per la prima volta in un libro il volto vero della guerra attraverso le testimonianze tratte da più di 100 diari dei combattenti trentini arruolati dall'Austria.


Quinto Antonelli
(Rovereto, 1952) è ricercatore presso il Museo Storico del Trentino.
È stato tra i fondatori della rivista storica "Materiali di lavoro" e dell'Archivio della scrittura popolare, di cui ora è responsabile.
Ha curato (con Diego Leoni e Gianluigi Fait) la collana Scritture di guerra (10 volumi dal 1994 al 2004); con Diego Leoni il volume Il popolo scomparso.
Il Trentino, i Trentini nella Prima guerra mondiale 1914-1920
(2003).
Ha collaborato alla recente opera La Grande Guerra, della Utet, con un saggio sul Trentino.

25.11.08

Sabato 29 novembre: IndieTrotutta! - Musica e fumetto

IndieTrotutta! presenta:
“Quando tutto diventò blu” di Alessandro Baronciani e l'etichetta indipendente Wallace Records con il doppio live dei Gerda e Taras Bul'ba

[ indietrotutta.wordpress.com ]

ore 21.00 Fumetto da Jurka:

presentazione del progetto di fumetto alternativo “Quando tutto diventò blu”

Sarà presente l’autore Alessandro Baronciani.

Illustratore e fumettista, lavora a Milano e a Pesaro. Ha iniziato più di cinque anni fa disegnando e spedendo storie a fumetti tramite posta alle persone che si abbonavano. Un piccolo esperimento mai visto prima nel campo dell’editoria. Suona la chitarra e canta negli Altro, collabora con il mensile Rumore

[vedi Alessandro Baronciani]

a seguire presentazione dell'etichetta indipendente "Wallace Records"

La Wallace Records di Mirko Spino, da Trezzano Rosa (Mi), dal 1999 sforna i dischi più coraggiosi dello Stivale. 10 candeline e Cento-dieci uscite. Buon Compleanno!

[www.wallacerecords.com]

* Gerda - Jesi [ www.myspace.com/gerdadegerda]

* Taras Bul’ba - Milano [www.myspace.com/tarasbulba3]

Apertura Centro sociale ore 20.30
Inizio concerto ore 22.15
Sottoscrizione 3 euro, chi entra prima delle 21.30 paga la metà

24.11.08

20.11.08

Venerdì 21 novembre ore 19.00 aperitivo acustico

“Bruno Giovannella e Giovanni Moser” - Live blues acoustic


I nostri, detti anche "testimoni oculari" suoneranno in enolibreria venerdi 21.


10.11.08

19 novembre ore 17.30 presentazione di "Gli Autonomi"

Presso la libreria Einaudi in Piazza della Mostra 8 a Trento

Presentazione del progetto di ricerca storica edito in tre volumi da Derive Approdi

GLI AUTONOMI : Le storie, le lotte, le teorie

Interverranno
Sergio Bianchi curatore del progetto e Ilaria Bussoni curatrice della casa editrice



Gli autonomi - volume I
Sergio Bianchi, Lanfranco Caminiti (a cura di)

«Estremisti», «violenti», «provocatori», «mestatori», «prevaricatori», «squadristi», «diciannovisti», «fiancheggiatori», «terroristi». Questi sono solo alcuni degli epiteti coniati nel corso degli anni Settanta da illustri opinionisti, intellettuali, dirigenti di partito e di sindacato per definire gli autonomi, una variegata area di rivoluzionari attivi in quegli anni nel nostro paese.
Il giorno 7 aprile 1979 un’imponente iniziativa giudiziaria imputò a decine di dirigenti e militanti autonomi di essere a capo di tutte le organizzazioni armate attive in Italia e il cervello organizzativo di «un progetto di insurrezione armata contro i poteri dello Stato». L’accusa, dimostratasi col tempo del tutto infondata, fece da iniziale supporto a ulteriori arresti di massa, detenzioni preventive nei carceri speciali, processi durati anni e condanne a lunghe pene.



Gli autonomi - volume II
A cura di Sergio Bianchi e Lanfranco Caminiti

Tra il 1973 il 1979 si concentrò la definizione dei paradigmi della produzione teorica e della sperimentazione pratica del progetto rivoluzionario dell’area dell’autonomia operaia. All’elaborazione di questo progetto, attraverso il crescendo di un dibattito sempre più serrato, parteciparono componenti politiche, sociali e territoriali assai diverse. Questo volume tenta di rendere conto di quel processo attraverso la raccolta antologica di parte dei documenti che alimentarono quell’originale laboratorio di sapere sovversivo. Una dettagliata cronologia dei principali eventi politici e sociali dell’epoca fa da guida a una contestualizzazione storica dei temi dibattuti.


Gli autonomi – volume III
A cura di Sergio Bianchi e Lanfranco Caminiti

Con questo terzo volume si conclude la «saga» dell’autonomia operaia, un’area rivoluzionaria che ha svolto un ruolo da protagonista negli scenari politici e culturali del nostro paese nel decennio Settanta dello scorso secolo.
Dopo il primo volume sulle «narrazioni» e il secondo sulle «teorie» questo terzo si concentra sui rapporti che gli autonomi hanno intrecciato con le culture: la tecnologia, l’editoria, la letteratura, il cinema, la fotografia, i fumetti, la musica, il marketing e la pubblicità…
Il dvd allegato contiene centinaia di documenti d’archivio: schede e copertine di libri, riviste, giornali, opuscoli, saggi storici. Inoltre: decine di fumetti, vignette, scritte e slogan, manifesti, canzoni. Centinaia di fotografie.

9.11.08

Venerdì 14 novembre ore 19.00 aperitivo acustico

Aperitivo musicale Enolibreria da Jurka




La Piccola Orchestra Felix Lalù







Dopo aver girato il mondo militando in gruppi seminali quali Crosby Stills Nash & Young, Righeira, Miroslav Fagocevic Tribute Trio e Piccolo Male Puro.
Dopo aver sbancato i botteghini e fatto ballare migliaia di cubiste (tutte con tette paurose) con le hit techno-cristiane "Ora pro Felix" e "La unica iglesia que ilumina es la iglesia que arde".
Dopo aver fondato la Ostia - Registrazioni Artigianali, etichetta indipendente che ha lanciato Nirvana, Miles Davis e Gigi D'Alessio.
Stanco dello star system, delle groupie, delle droghe pesanti, di Satana e della propoli, Felix Lalù si ritira in Val di Rabbi, tra le amate montagne del Trentino.

E' dalle rumorose e cazzute sponde del Torrente Rabbiès che nasce La Piccola Orchestra Felix Lalù, musica colta per beoti, folk per metallari, reggae per beoni, afrobeat per autonomisti sudtirolesi, techno per suore in fregola, punk da cameretta.

Myspace La Piccola Orchestra Felix Lalù

a seguire

Cinemafutura presenta : nannarella, ritratto di Anna Magnani


anna secondo visconti

ore 20.30 Siamo donne - V episodio di Luchino Visconti - Italia, 1953 – b/n, 23’
attrice di rivista litiga con il tassista che deve portarla a teatro. Sorpresa finale…

ore 21.00 Bellissima di Luchino Visconti
– Italia, 1951 – b/n, 113’
il regista A. Blasetti cerca una bambina per un suo film: madri disposte a tutto, all’assalto di Cinecittà…

5.11.08

Venerdì 7 novembre ore 19.00 aperitivo acustico

Aperitivo musicale Enolibreria da Jurka




Anansi
- acoustic reggae pop





Stefano Bannò a.k.a. Anansi was born in Trento (Italy) in 1989 to Sicilian parents. Since childhood, he has showed a natural aptitude for music, and song writing in particular. His first song “No Racism” was written at the age of just thirteen. Two years later he founded the Buffalo Soldiers and started performing live around Trentino-South Tyrol. In 2006 he moved to Ireland, where he discovered some new aspects of his music and life. He performed with singer/songwriter Joe Cleere and joined Kilkenny reggae outfit - Ghost Town. He played several gigs around the South East of Ireland and recorded his first solo album due out in October/November 2008.

My spaces - anansi

a seguire

Cinemafutura presenta : nannarella, ritratto di Anna Magnani

anna dei dolori

ore 20.30 Una voce umana - episodio da L'amore di Roberto Rossellini – Italia, 1948 – b/n, 34’

ore 21.30
Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini – Italia, 1962 – b/n, 114’

3.11.08

Dusan Veličković a RadioTre, Fahrenheit

Martedì 4 Novembre – Roma RadioTre, Fahrenheit ore 17:00


Dusan Veličković arriva in Italia per presentare Serbia hardcore, racconto esemplare sulla libertà e allo stesso tempo un viaggio -andata e ritorno- attraverso gli ultimi nove anni della città di Belgrado, dai bombardamenti Nato del 1999 fino al recentissimo arresto di Radovan Karadzić.

27.10.08

Mercoledì 5 novembre ore 20.30: Beograd Cafè

presso il Centro Sociale Bruno, via Dogana 1 - Trento

Associazione Fahrenheit 451 - Trentino in collaborazione con Osservatorio sui Balcani presentano

"Serbia Hardcore" - Zandonai editore

con la presenza dell’autore Dusan Veličković

interverrà:

Francesca Vanoni, Osservatorio sui Balcani

Brillanti e beffarde, colte e irriverenti, queste short stories, veri e propri “racconti dal vivo”, vanno quasi a comporre un romanzo in frantumi e narrano di un luogo chiamato Belgrado, di un Paese chiamato Serbia in una travagliata fase di transizione.
Veličković presta la propria voce a una comunità lacerata, che vive in biblico tra un «passato che non è mai passato» e dal quale si ereditano conflitti, tragedie e triviali derive nazionalistiche, e un futuro appeso a un filo di incertezza e scetticismo che dovrà sciogliere il dilemma di una colpa collettiva.
Acuto interprete degli umori, delle sensazioni e dei sogni nascosti di una città intera, così come del proprio singolare spaesamento, l’autore è un intellettuale che ancora pratica il “conosci te stesso” pur se con laconico disincanto. La medesima disillusione con cui denuncia un regime liberticida che soffoca critica e dissenso, e un Occidente libero e democratico che getta bombe “intelligenti” nel cortile di casa sua.
Una confessione che è insieme testimonianza civile e autoterapia, sguardo amaro e irresistibilmente ironico gettato sul presente da un luogo che in realtà è un vizio irrinunciabile.
Questo vizio si chiama Belgrado.

Dušan Veličković (1947), giornalista, scrittore, film maker ed editore, è una delle voci più originali e coraggiose dell’élite intellettuale serba. Negli anni novanta è stato uno strenuo oppositore al regime di Milošević, e a lungo direttore della celebre rivista “NIN”.
Attualmente dirige la casa editrice belgradese Alexandria, che lui stesso ha fondato nel 1998.

Info:
[ Zandonai Editore ]
[ Osservatorio sui Balcani ]
Alcune foto della presentazione del collettivo di fumettisti "Ernest ,"
che si è tenuta sabato sera all'enolibreria Dajurka.


















23.10.08

Sabato 25 ottobre: IndieTrotutta! - Musica e Fumetto

Presentazione "Ernest," e RobotRadio Records [Putiferio + Hell Demonio live]
Informazioni sul progetto
: [ IndieTrotutta! ]

ore 21.00

Fumetto da Jurka:
presentazione del progetto di fumetto "alternativo" "Ernest,".
Saranno presenti alcuni autori.

"Ernest," è come una festa in giardino a fine maggio con i palloncini colorati sugli alberi, i segnaposto scritti a mano e gli amici che arrivano con torte salate e dolci fatti in casa.
"Ernest," produce albi a fumetti, libri, cd e riviste sui tramezzini e su altri argomenti bizzarri.
Fanno parte di "Ernest," Samantha Luciani, Sara Pavan, Vincenzo Filosa, Francesco Cattani, Alessandro Lise, Alberto Talami, Rebecca Rossi, Giusi Noce, Laura Camelli.

[ vedi Ernest, ]

a seguire

RobotRadio Records [http://www.robotradiorecords.com]

“Robotradio è un gioco, che ha preso vita dal desiderio di fare qualcosa di divertente con le cose più belle e curiose che si trovano per casa, per poi lasciare che la fantasia faccia il resto.”
Robotradio nasce con l’idea di unire musica, fumetto, video-animazioni in una collana di cd divisi tra gruppi italiani e stranieri. Ma una volta che inizi a giocare la voglia di non fermarsi prende il sopravvento e inviti persone nuove e altre ti chiedono di partecipare. Finisce così che i giochi cambino e talvolta anche le persone, ma con tutte riesci a divertirti e da tutte impari qualcosa.
Robotradio si allarga così alla pubblicazione di veri e propri cd, di gruppi e persone con cui sente di voler condividere il proprio tempo e le proprie idee.
Gli unici criteri per la scelta sono la bellezza delle proposte e una certa sensibilità comune. Non esistono piani editoriali o scadenze da rispettare.
Per il resto nulla di nuovo. C’è un’etichetta che pubblica dischi. Nulla che non accada già quotidianamente da qualche altra parte, proprio ora.

*
PUTIFERIO - Padova
[www.myspace.com/putiferio]

* HELL DEMONIO
- Verona
[www.myspace.com/helldemonio]

Apertura Centro sociale ore 20.30
Inizio concerto ore 22.15
Sottoscrizione 4 euro, chi entra prima delle 21.30 paga la metà

Ernest virgola su "l'internazionale"

Francesco Cattani e Sara Pavan saranno ospiti dell'enolibreria dajurka sabato presso centro sociale Bruno a Trento.



Ecco la recensione di "Barcazza"di Francesco Cattani del collettivo "ernest ," pubblicata sul prossimo numero de "l'internazionale".




16.10.08

Presentazione di "ERNEST,"

Ernest, è “come una festa in giardino a fine maggio con i palloncini colorati sugli alberi, i segnaposto scritti a mano e gli amici che arrivano con torte salate e dolci fatti in casa”: http://ernestvirgola.blogspot.com/

Ernestvirgola - così si pronuncia, per gli amici, Ernest, - è un’etichetta indipendente che produce albi a fumetti, libri, cd e riviste sui tramezzini e su altri argomenti bizzarri. Si distingue grazie al suo inconfondibile stile antigrafico di tipo burocratico sovietico: carta riciclata, titoli fatti a mano uno per uno con le etichette dymo (quelle che si usavano per scrivere i nomi sui campanelli), copertine minimaliste color paprika, muschio, cobalto, malva (che ricordano appunto le cartelline da ufficio), copertine senza disegni, senza nome dell'autore, senza nome della casa editrice, insomma copertine che curano le manie di protagonismo del giorno d'oggi…

La prima pubblicazione antologica “Ernest 1”, presentata a Lucca Comics 2007, raccoglie i lavori di Sara Pavan, Vincenzo Filosa e Norman Lai, Laura Camelli, Lise e Talami, Sascia Pavan e Francesco Cattani. Fra le altre produzioni, il taccuino di disegni “NY” di Davide Toffolo e “Barcazza” di Francesco Cattani, vincitore del Premio Micheluzzi 2008 come miglior storia breve.

Fondata da Sara Pavan, Vincenzo Filosa e Francesco Cattani, ernestvirgola oggi è una squadra di nove elementi: Alessandro Lise e Alberto Talami, Laura Camelli, Giusy Noce, Samantha Luciani (il Capo) e Rebecca Rossi (l’ufficio stampa). Il gadget, ormai divenuto un simbolo, è il bottone: una spilla a forma di bottone, o un bottone con una spilla incollata dietro, comunque uno dei bottoni in vendita nella merceria di Dario in centro a Bologna, dotato di rinnovata pertinenza artistica. Il recupero di un bottone giunto alla fine della sua vita per il suo essere fuori moda ha dato il “La” a tutto il progetto evidenziando la necessità di raccontare le storie che stanno dietro agli oggetti siano essi libri, mobili, panini o bottoni come in questo caso. E non storie in senso lato ma le storie delle persone che li hanno fatti. Anche quando si tratta di oggetti del mercato globale esiste comunque qualcuno che vi ha dedicato una parte della sua vita. Ernest sceglie, o meglio, viene scelto da situazioni che attirano la sua attenzione, si tratta quindi di situazioni vicine alla vita quotidiana di chi le vede, vita quotidiana che può coprire però luoghi geograficamente diversi, l'Italia di provincia, il profondo Sud, il Nord-Est, le grandi città e tutto il resto del mondo, dall'America al Giappone. Il motto tanto resta sempre lo stesso “Dietro le cose ci sono le persone”.

Perché Ernest? Riprendendo il titolo della famosa opera di Oscar Wilde The Importance of Being Earnest, che in italiano si potrebbe tradurre con L'importanza di Essere Franco, per l’importanza di essere earnest, ovvero onesti e diretti, franchi per l'appunto, attitudine evidente già nella veste grafica poco pop e in generale poco accattivante ma ancora più lampante nei contenuti. E neanche a farlo apposta proprio nei fumetti del Franco del gruppo (Francesco Cattani) forma e contenuto incarnano al meglio questo intento. Perché la virgola? Perché è ancora presto per mettere un punto e perché Ernest è uno dei progetti nell’elenco di attività seguite da ciascun componente del gruppo: negli elenchi, si sa, ci sono le virgole.



www.ernestvirgola.blogspot.com
ernestvirgola@gmail.com

13.10.08

Ecco alcuni dei prossimi eventi previsti
dall'enolibreria da Jurka e dall'ass. cult fahrenheit 451 - Trentino


Sabato 25 Ottobre presso l'Enolibreria da Jurka

All'interno della seconda serata di "indietrotutta" presentazione del progetto di fumetto "alternativo" "ernest," saranno presenti alcuni autori.


"ernest," è come una festa in giardino a fine maggio con i palloncini colorati sugli alberi, i segnaposto scritti a mano e gli amici che arrivano con torte salate e dolci fatti in casa.

"ernest," produce albi a fumetti, libri, cd e riviste sui tramezzini e su altri argomenti bizzarri.


Fanno parte di "ernest," Samantha Luciani, Sara Pavan, Vincenzo Filosa, Francesco Cattani, Alessandro Lise, Alberto Talami, Rebecca Rossi, Giusi Noce, Laura Camelli.




Mercoledi 5 Novembre presso il C.S. Bruno

"Ass. culturale fahrenheit 451 - Trentino e "osservatorio sui Balcani"


Presentano il libro Serbia Hardcore
Sarà presente l'autore Dusan Veličković


Brillanti e beffarde, colte e irriverenti, queste short stories, veri e propri “racconti dal vivo”, vanno quasi a comporre un romanzo in frantumi e narrano di un luogo chiamato Belgrado, di un Paese chiamato Serbia in una travagliata fase di transizione. Veličković presta la propria voce a una comunità lacerata, che vive in biblico tra un «passato che non è mai passato» e dal quale si ereditano conflitti, tragedie e triviali derive nazionalistiche, e un futuro appeso a un filo di incertezza e scetticismo che dovrà sciogliere il dilemma di una colpa collettiva. Acuto interprete degli umori, delle sensazioni e dei sogni nascosti di una città intera, così come del proprio singolare spaesamento, l’autore è un intellettuale che ancora pratica il “conosci te stesso” pur se con laconico disincanto. La medesima disillusione con cui denuncia un regime liberticida che soffoca critica e dissenso, e un Occidente libero e democratico che getta bombe “intelligenti” nel cortile di casa sua. Una confessione che è insieme testimonianza civile e autoterapia, sguardo amaro e irresistibilmente ironico gettato sul presente da un luogo che in realtà è un vizio irrinunciabile. Questo vizio si chiama Belgrado.

Dušan Veličković (1947), giornalista, scrittore, film maker ed editore, è una delle voci più originali e coraggiose dell’élite intellettuale serba. Negli anni novanta è stato uno strenuo oppositore al regime di Milošević, e a lungo direttore della celebre rivista “NIN”. Attualmente dirige la casa editrice belgradese Alexandria, che lui stesso ha fondato nel 1998.
Due suoi racconti sono stati pubblicati nella raccolta Casablanca serba (Feltrinelli, 2003), curata da Nicole Janigro..




Mercoledi 19 Novembre
presso la libreria Einaudi di Piazza della Mostra 8 a Trento.



Presentazione del libro "Gli autonomi – volume III"

Verrà fatto dagli autori un bilancio del lavoro di ricerca storica sull'autonomia operaia edito in tre volumi dalla casa editrice deriveapprodi.

Saranno presenti

Sergio Bianchi
, curatore dell'antologia
Ilaria Bussoni, curatrice della casa editrice deriveapprodi


pp. 352 con DVD, euro 25,00
Con il terzo volume si conclude la «saga» dell’autonomia operaia. Il testo è dedicato alle culture, ai linguaggi, all'immaginario, alle tecnologie. Il dvd contiene centinaia di documenti d’archivio: schede e copertine di libri, riviste, giornali, opuscoli, saggi storici. Decine di fumetti, vignette, scritte e slogan, manifesti, canzoni. Centinaia di fotografie.


Con questo terzo volume si conclude la «saga» dell’autonomia operaia, un’area rivoluzionaria che ha svolto un ruolo da protagonista negli scenari politici e culturali del nostro paese nel decennio Settanta dello scorso secolo.
Dopo il primo volume sulle «narrazioni» e il secondo sulle «teorie» questo terzo si concentra sui rapporti che gli autonomi hanno intrecciato con le culture: la tecnologia, l’editoria, la letteratura, il cinema, la fotografia, i fumetti, la musica, il marketing e la pubblicità…
Il dvd allegato contiene centinaia di documenti d’archivio: schede e copertine di libri, riviste, giornali, opuscoli, saggi storici. Inoltre: decine di fumetti, vignette, scritte e slogan, manifesti, canzoni. Centinaia di fotografie.
Abbiamo provato a raccogliere quanto più possibile i materiali di quegli anni e la ricchezza di quelle storie e di quelle teorie, di quelle vite. Di sicuro, tanto altro è rimasto fuori, tanto altro c’è ancora da dire, da interpretare. Ma noi non volevamo essere esaustivi e dire l’ultima parola, quanto piuttosto «rendere l’onore» all’autonomia operaia, dar conto della sua intelligenza, della sua creatività, della sua fantasia, della sua forza.


Interventi di: Archivio Primo Moroni, Nanni Balestrini, Franco Berardi (Bifo), Cesare Bermani, Sergio Bianchi, Lanfranco Caminiti, Lucio Castellano, Stefano Chiodi, Andrea Colombo, Andrea Cortellessa, Tano D’Amico, Renato Donati, Umberto Eco, Ida Faré, Chicco Funaro, Augusto Illuminati, Maurizio Lazzarato, Annamaria Licciardello, Pino Maio, Michele Mordente, Primo Moroni, Vincenzo Miliucci, Toni Negri, Franco Piperno, redazione di Radio Onda Rossa (Roma), Roberto Silvestri, Filippo Scòzzari, Stefano Tamburini, Mauro Trotta, Paolo Virno, Dario Zonta.

A cura di Sergio Bianchi e Lanfranco Caminiti

Sergio Bianchi ha curato i saggi La sinistra polpulista, L’orda d’oro e Settantasette.
È autore del romanzo La gamba del Felice.

Lanfranco Caminiti, saggista e scrittore, ha inventato e animato i periodici «Accattone» e «Il malepeggio».

28.9.08

Venerdì 3 ottobre: Hip Hop not just music

Venerdì 3 ottobre ore 17.00
presso la sede del c.g.a "L'Area" in via Prepositura 32 a Trento

Associazione culturale Fahrenheit451 presenta:


HIP HOP NOT JUST MUSIC...


Ne parliamo con:
- Luca Mascini (Militant A), voce degli Assalti Frontali
- Monia Cappuccini, antropologa

Appuntamento con la cultura Hip Hop italiana dagli anni '90 ai giorni nostri, passando dalla scena musicale ai nuovi stili del writing.
Ne parliamo con Luca Mascini, in arte Militant A, cantante della band romana Assalti Frontali e autore del libro "Storie di Assalti Frontali" e con Monia Cappuccini, antropologa e curatrice del libro "Just push the button".

“Writing metropolitano - Just push the button”
Autori: Stefano Monfeli e Monia Cappuccini, edizioni Stampa Alternativa, 2003.
Vernice spray. Cambiano gli esiti, cambiano gli stili, ma le vicende dei writer romani non sono poi molto diverse da quelle dei writer di New York, di Londra, Milano o qualsiasi altra città le cui viscere siano attraversate da un sistema di trasporto pubblico su rotaie e le cui superfici ribollano di contraddizioni sociali ed energia creativa.
Libro in italiano e inglese, illustrazioni a colori.

“Storie di Assalti Frontali”
Autore: Luca Mascini, edizioni Derive Approdi, 2007 .
L’universo dei movimenti antagonisti dagli anni Ottanta a oggi raccontati nella lingua della «strada». Repressione, droghe, mancanza di identità, conformismo. Di contro il no future punk, l’occupazione e l’autogestione dei primi Centri sociali.
Un’esistenza concentrata negli affetti dell’unica solidarietà possibile: quella di «banda».
La lenta costruzione di una cultura alternativa: il rap, l’incontro col movimento studentesco della Pantera all’inizio degli anni Novanta.
Tutta di corsa, la vicenda di Onda Rossa Posse prima e di Assalti Frontali poi. I concerti con decine di migliaia di giovani, l’autoproduzione come critica della dilagante mercificazione culturale.
E ancora, la presenza nel movimento new global internazionale, annunciato dalla rivolta zapatista in Messico nel 1994 e rivelato in Italia nelle giornate genovesi del 2001.
Assalti Frontali è ancora qui, oggi. Testimonianza di un impegno artistico che è principio etico: sereno, fermo, limpido, rivoluzionario. Questa è la sua storia.
Per ulteriori informazioni su "Assalti Frontali"
[ vai al sito ]

In serata al Centro sociale Bruno ore 22.00
Hip Hop open live:
Assalti Frontali, Willi Valanga e SopraSisma
[ vedi l'appuntamento]

19.9.08

Sabato 27 settembre: Fumetto da Jurka, Hannes Pasqualini

Hannes Pasqualini sarà ospite del Centro sociale Bruno il giorno 27 ottobre all'interno della rassegna IndieTRO TUTTA.

Ecco di seguito un intervista rilasciata qualche mese fa al sito komix.it


Metamorfosi del pensiero, malformazioni dell’inconscio e filosofia del tempo libero

di Claudio Parentela


© Hannes Pasqualini
Nome.
Hannes Pasqualini

Dove vivi e lavori?
Bolzano, al momento.

Quali sono le tue influenze?
Le influenze sono veramente molte, e la maggior parte provengono da ambiti diversi dal fumetto (sono convinto che i fumettisti non dovrebbero ispirarsi ai fumetti di altri, ma guardare oltre). Prima di tutto c'è il cinema: David Lynch, David Cronenberg, Mamoru Oshii, Katsuhiro Otomo, Miyazaki, Wong Kar-Wai... ma sono solo alcuni dei nomi che mi ispirano e mi influenzano. Poi c'è l'illustrazione, il graphic design, videogiochi come Samorost 1 e 2 di Amanita Design, Syberia 1 e 2 di Benoït Sokal, Half Life 2, l'umorismo schizoide dei Monty Python, i dipinti murali di Blue, la fantascienza di Philip Dick e di William Gibson.
Ovviamente, leggo anche un sacco di fumetti e sono diversi i nomi che mi hanno influenzato in maniera più o meno evidente nel corso degli anni. Prima di tutto c'è il maestro Moebius e gli altri mostri sacri di Metal Hurlant come Bilal e Caza. Poi c'è Jamie Hewlett di Tank Girl. Estremamente importanti sono stati anche Daniel Clowes, Chris Ware, Charles Burns, Guy Davis, Mike Mignola, Dave McKean e altri personaggi del panorama indipendente d'oltre oceano. L'influenza più forte viene tuttavia da molto più vicino, ovvero da Armin Barducci, con il quale ho fondato Monipodio!, mandato avanti per diversi anni la Scuola del fumetto di Bolzano e fantasticato su innumerevoli progetti futuri. C'è un assurdo miscuglio tra stima e invidia che lega i nostri percorsi artistici.


© Hannes Pasqualini
Cosa ti ispira a creare?

L'ispirazione viene spesso da dentro, da qualcosa che mi occupa interiormente. A volte sono ansie, paure, che poi mutano, cambiano, possono trasformarsi in sogni, speranze, desideri. Generalmente mi sveglio la mattina con delle idee che mi frullano per la testa. Ma anche camminare, andare in giro con la musica nelle cuffie e guardare la città e le persone mi ispira molto. A volte quando devo trovare un'idea e non mi viene in mente nulla, mi faccio un giro, osservo le persone, cerco di trovare qualcuno di veramente strano e di immaginarmi la sua storia... Ammetto che da questo punto di vista Bolzano sia una città un po' scarsa... manca di una certa qualità scenografica. Ho vissuto a Berlino per un po' e li era tutta un'altra cosa. Credo che me ne andrò da qui, prima o poi.

Come descriveresti la tua arte?
Metamorfosi del pensiero, malformazioni dell’inconscio e filosofia del tempo libero, e un po' di sana inquietudine per legare il tutto.

Qual è il media con cui preferisci lavorare (esprimerti)?
Amo molto disegnare con il pennello e la china, pasticciare con Photoshop, usando texture di materiali più disparati. Mi piace combinare elementi analogici e digitali, fotografia e disegno, sperimentare con l'interazione di questi mondi.


© Hannes Pasqualini
Ci sono artisti (non solo cartoonists) contemporanei che ami?

A parte quelli già citati sopra? Credo che sia abbastanza impossibile amare un artista senza farsi influenzare dal suo lavoro, anche se è decisamente possibile il contrario.

I tuoi progetti attuali?
Attualmente sto lavorando a quattro progetti abbastanza impegnativi. Il primo si intitola Dog Show ed è una cosa abbastanza sperimentale. Io l'ho definito un fumetto parassita, cioè un fumetto che assorbe da altri media le strutture narrative e iconografiche per raccontare la storia. Questo progetto è nato come tesi di laurea, ho appena concluso la triennale in design qui a Bolzano, e ora sto cercando un editore abbastanza coraggioso da pubblicarlo. Per spiegare meglio di cosa si tratta cito un pezzo dell'abstract: «La storia viene raccontata attraverso le tracce che gli eventi avrebbero potuto, ipoteticamente, lasciare nel mondo mediatico. Essa si presenta come una raccolta, una ricostruzione, un case file criminalistico. Tuttavia non ci troviamo né deposizioni di testimoni, né verbali di polizia. La storia è un collage di frammenti mediatici. I materiali usati spaziano dal film poliziesco al reality show, passando da telegiornali, quotidiani, riviste e video diari in stile Youtube
L'altro progetto grosso, sempre un graphic novel, è Giètz, una storia sul Jazz, amore e speranza nell'Italia del dopoguerra, alla quale sto lavorando con Andrea Campanella (con cui ho già fatto Round and Round). La sceneggiatura è quasi ultimata, per cui tra un mese dovrei cominciare a disegnare le prime tavole, e ne avrò per un bel po' (di prossima pubblicazione per Tunué, ndr).
Con Armin Barducci invece sto lavorando, questa volta in veste di curatore, alla prima raccolta di Political Comics (politicalcomic.blogspot.com, senza la "s").
E infine l'ultimo grande progetto, che purtroppo è rimasto fermo per molto tempo a causa della tesi, è una serie intitolata Lux Aeterna che sto pubblicando on line su Alien Press (www.comicus.it/alienpress). Lux Aeterna parla di una persona che un giorno si rende conto di avere, suo malgrado, un'aureola che gli fluttua sopra la testa. A settembre dovrebbe uscire il nuovo episodio di questa serie.


© Hannes Pasqualini
Dove hai esposto i tuoi lavori?
Ammetto di non essermi mai impegnato molto per esporre i miei lavori. Credo che in fondo mi faccia strano vedere i miei disegni appesi a un muro, dietro un vetro. Non è lì che devono stare, ma stampati e rilegati. I fumetti si leggono e non si guardano. Non che questa sia una presa di posizione contro le mostre, anzi, i fumetti sono anche fatti di disegni, che hanno un valore e un impatto anche se estratti dal contesto narrativo.
Malgrado tutto, un paio di mostre poi le ho comunque fatte: a Vienna, nel 2006 ho partecipato alla mostra collettiva Monster Show della galleria Inoperable, e nel 2007 sono stato presente con i miei lavori al Napoli Comicon per Futuro Anteriore, oltre alle mostre che abbiamo organizzato con Monipodio! come quella sul fumetto muto (No Words Comics, del 2006).

Musica che ascolti?
Ascolto un sacco di musica, che spazia tra molti generi diversi, spesso quasi incompatibili fra di loro. Ho sempre amato le voci cupe e profonde, come quella di Nick Cave o quella di Andrew Eldtrich dei Sisters of Mercy. In generale mi piace molto quella parte di musica un po' depressa degli anni Ottanta, Depeche Mode, Cure ecc. Un'altro genere che amo tantissimo è il soul e il funk, soprattutto quello degli anni Settanta. Questo forse perché i primi dischi che ascoltavo da bambino erano tutti di soul, che aveva mia madre. Percy Sledge, Bobby Womack, Otis Redding, Brothers Johnson sono solo alcuni dei nomi per me fondamentali. Oltre a questo ascolto un sacco di musica elettronica, breakbeat, instrumental hip hop. Dj Shadow, Rjd2, Console, Ugress... e potrei continuare con il fintango di Olavi Virta, gli strumenti giocattolo di Detektivbyrån o le reinterpretazioni cha-cha-cha dei Kraftwerk create da Senor Coconut.
In generale la musica è anche una grande fonte di ispirazione. Viaggiare in treno osservando il panorama o camminare per la città con la musica in cuffia mi fa sempre produrre un sacco di immagini mentali, che poi possono evolversi in una storia. E ovviamente mentre disegno ascolto sempre qualcosa.

Libri preferiti.
Come dicevo, prima di tutto (in senso cronologico) c'è la fantascienza e il cyberpunk di Dick, Gibson e Ballard. Alcuni libri come Ubik di Dick o The Drowned World di Ballard sono tuttora tra i miei preferiti assoluti. Rimanendo nel fantastico mi sono piaciuti molto anche i romanzi di Neil Gaiman, soprattutto American Gods e ho una irrazionale venerazione per Le ansie carnivore del niente di Jodorowsky, che è un libro completamente malato e psicotico.


© Hannes Pasqualini
Come vedi la scena dei comics in Italia?

Non così male come molte persone con cui ho parlato ultimamente.
La visione che posso avere del mercato e della scena sono molto limitate dal fatto che vivo in un posto decisamente poco favorevole. Tuttavia da quello che ho potuto constatare, credo che alcuni settori, come il fumetto popolare, siano decisamente messi male. Non so se tra dieci anni esisteranno ancora fumetti come Tex o John Doe. Quello che rimarrà è tutto il resto, il fumetto più autoriale, più personale, più maturo, ma non so quanto questo possa funzionare senza un mercato mainstream funzionante a supportarlo logisticamente. Da un lato ho paura che possa fare la fine del teatro, diventare un linguaggio un po' intellettualoide per pochi eletti, con tutti i problemi che ne derivano. D'altra parte mi rassicurano le recenti evoluzioni nel mondo dell'arte pop e dei cosiddetti toys. Credo che il fumetto abbia ancora molte potenzialità da scoprire, anche a livello di mercato. Il problema specifico dell'Italia è forse che sta diventando un mercato un po' stretto, con sempre meno capitali da investire, fatto di fumettisti che fanno fumetti per altri fumettisti. Se i capitali diminuiscono c'è il rischio di perdere anche professionalità e coraggio imprenditoriale. Probabilmente ci vorrebbe un mercato più europeo sul quale agire, cosa che in parte già esiste e funziona, ma appunto solo in parte.
Al di là di queste considerazioni di natura più editoriale, della scena italiana mi piace molto il potenziale autoriale. Secondo me ci sono molte mani e molti cervelli dal grande potenziale, che però non danno il massimo visto che mancano un po' le sfide e le prospettive.

Come sono in genere le reazioni al tuo lavoro?
Spesso le persone che vedono i miei lavori cercano di convincermi a fare una qualche terapia. Quelli che invece apprezzano, generalmente seguono già una terapia per conto loro.


© Hannes Pasqualini
Cos’è per te, come artista, la libertà?

Credo che molte persone fraintendano cosa vuol dire libertà, credendo che significhi poter prescindere dai meccanismi di un linguaggio o dalle aspettative di un pubblico di lettori. Per me fare fumetti è un gesto dialettico, uno scambio.
Lavorando come designer in un'agenzia mi trovo spesso a fare lavori dove devo assecondare il volere (a volte completamente irrazionale) di un cliente o le esigenze commerciali del lavoro che sto facendo. A volte è come parlare con una persona, con qualcuno che continua a suggerirti quello che devi dire e come lo devi dire. La libertà è poter parlare direttamente con la persona decidendo cosa dire e come dirlo nel modo migliore.

Qualche consiglio da dare infine agli aspiranti artisti?
Non so se sono la persona più adatta a dare consigli. Ma avendo fatto diversi sbagli nella mia vita e avendone tratte le mie conclusioni forse qualcosa di utile posso dirlo. Fare fumetti (come fare qualsiasi altra cosa) non è una questione di conoscere le regole, ma di capire i meccanismi del linguaggio. Non è tanto una questione di tecnica ma di espressione, di avere qualcosa da dire, da raccontare.
Credo che sia molto importante essere innanzitutto chiari e sinceri con se stessi. Il fumetto probabilmente non vi renderà ricchi, non attirerà gli esponenti dell'altro sesso, ne vi farà finire sulla copertina di Rolling Stone. Ma poi chissenefrega, no?

12.9.08

Progetto Terra e Libertà

Di seguito il manifesto del progetto Terra e Libertà/Critical Wine

Progetto Terra e Libertà/Critical Wine sensibilità planetarie e agricoltura contadina

Terra e libertà/Critical wine vuole costruire una difesa "pratica" della vita materiale. Contro le nocività politiche, culturali, sociali che svalutano l'esperienza sensoriale, le capacità dialettiche del linguaggio, la coscienza del vissuto individuale e dei processi storici collettivi. Riruralizzare il mondo.
A partire da una nuova sensibilità che percepisce la t/Terra -intera- come casa propria. Contro l'attaccamento conservatore e l'invenzione localista delle radici e contro il binomio razzista sangue-suolo di infausta memoria, noi siamo - lo diciamo con un ossimoro concettuale- per un'agricoltura nomade. E per un consumo critico. Per un rapporto nomade con la t/Terra: sentirsi a casa propria in ogni luogo della Terra, sopra ogni zolla di terra. Un'idea che viene da lontano. Forse qualcuno ricorda ancora quel canto proletario dell'800: "nostra patria è il mondo intero, nostra idea la libertà". Per un futuro di gioia, creatività, intelligenza.
Le politiche planetarie di dominio passano dal controllo dell'agricoltura. La terra, l'ambiente, le multinazionali, l'acqua, il cibo, i brevetti, gli ogm, il lavoro, l'economia, lo sviluppo sostenibile: è venuto il momento per una riflessione seria.
Il movimento dei movimenti - ma diremmo ogni essere pensante che abbia il desiderio di un futuro di gioia, di creatività, di intelligenza - deve affrontare al più presto queste tematiche, in modo organico e complessivo, se vuole veramente saper proporre un altro mondo possibile.

- un'agricoltura dal basso, per una riflessione sull'agricoltura contadina, per pensare le relazioni tra movimento dei movimenti, terra e agricoltura.

- organizzare il rifiuto del modello neoliberista che vuole l’agricoltura industriale e monocolturale delle multinazionali e della UE da una parte e unìelitaria produzione dei cosiddetti prodotti tipici dall’altra, quali
facce della stessa medaglia.

- pensare a un nuovo rapporto con la terra/Terra che lasci spazio a produzioni, consumi, piaceri più sobriamente felici.

- portare alla conoscenza dei consumatori una serie di buoni vignaioli/contadini, proporre un’offerta straordinaria di vini e comunicazioni che diano la possibilità durante l’evento di acquisto diretto (con consegna immediata dei molti vini pregiati) a prezzi ragionevoli, accompagnati da informazioni e incontri agricoltore/consumatore.

- disegnare il circuito virtuoso tra qualità della produzione, qualità del prodotto e qualità delle relazioni sociali.

- il consumo critico, contro il consumo produttivo.

- "condomini" della qualità e gruppi d'acquisto autogestiti e a rete.

- un catalogo dei produttori, basato su rintracciabilità, origine, qualità e sul principio della responsabilità e dell'autocertificazione.

- fare mercato come incontro di coproduzione.

- costruire in maniera cooperativa forme e strumenti di comunanza, condurre al riconoscimento della cosa comune, dall'aria all'acqua al cibo fino alla produzione informatizzata e alle reti.